La cedolare secca, introdotta nel 2011 per le locazioni abitative, consente di pagare un’imposta fissa del 21% (10% per i canoni concordati) in sostituzione di Irpef, addizionali, bollo e registro. L’opzione ha guadagnato un tale consenso (al 2015 rappresenta il 37,4% dei redditi da locazione), che ne viene suggerita l’estensione a tutti i contratti di locazione (abitativi da parte di soggetti non persone fisiche e commerciali in generale), da parte di varie forze politiche ed associazioni di categoria (Manifesto per il rilancio del settore immobiliare di Confedilizia per le elezioni politiche del 4 marzo 2018). Tale proposta, però, non tiene in sufficiente considerazione, a nostro giudizio, alcuni aspetti critici della misura.